Curiosità

24 giugno 2024

“La curiosità è caratterizzata da una tipica incapacità di soffermarsi su ciò che si presenta. Essa non cerca quindi nemmeno la calma della contemplazione serena, dominata com’è dalla irrequietezza e dall’eccitazione che la spingono verso la costante novità e il cambiamento ” (M. Heidegger).   Oggi viviamo in modo estremo la curiosità nell’accezione negativa data da Heidegger. Complice la diffusione dei social e la possibilità di conoscere tutto semplicemente premendo un tasto,  rischia di diventare molto poco diffusa la capacità di soffermarsi a riflettere.

Qualunque cosa entra in un tritacarne che  in modo rapidissimo la fa finire nel dimenticatoio per lasciare il posto ad un’altra novità. In un contesto simile gli slogan passano dalla pubblicità al linguaggio comune   per diventare, purtroppo,  uno stile di “pensiero “. Dovremmo davvero chiederci quanto siamo ancora capaci di pensare,  di analizzare in modo approfondito una questione, senza schieramenti preventivi, da tifoseria calcistica.

La curiosità rettamente intesa ha permesso all’uomo di andare oltre le conoscenze acquisite,  di fare grandi passi nel progresso tecnologico e non solo. Senza una buona dose di curiosità saremmo ancora all’età della pietra. E tuttavia il troppo storpia. Il nostro mondo e la nostra società diventano sempre più complessi e per viverci da protagonisti nel bene non possiamo passare da una attività ad un’altra, da un desiderio all’altro con la rapidità di un lampo.

Occorre pensare, vagliare e decidere solo dopo aver riflettuto. Dando tempo alle situazioni, alle cose e alle persone di maturare per poter esprimere tutte le loro potenzialità.

don Roberto