Fiducia

13 maggio 2024

“Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o verrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete. Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Osservate come crescono i figli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria,  vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?” ( Matteo 6,25-30).

Bisogna ammettere che queste parole di Gesù non sono facili da accogliere. Che cosa vuol dire “fidarsi di Dio”? Se ci manteniamo su un piano materiale significa accontentarsi di quello che abbiamo, senza la smania di possedere e di accumulare che, molto spesso, caratterizza l’essere umano. Quando si dà eccessiva importanza o si dedicano troppe energie a ciò che chiamiamo benessere materiale finiamo per metterlo al centro della nostra vita e per confidare non nella potenza e nella bontà provvidente di Dio, ma in ciò che possediamo.

È facile, dunque, lasciarsi prendere la mano e pensare che solo i beni che abbiamo costituiscano la nostra sicurezza. Accontentarsi di ciò che serve per vivere in modo sobrio ci eviterebbe tante ansie e tante paure. E, a qualcuno, eviterebbe anche di sfruttare le creature di Dio, utilizzandole per il proprio tornaconto. Sarebbe davvero un mondo migliore quello dove la fiducia nella Divina Provvidenza permettesse di pensare di più agli altri e di condividere con loro ciò che si ha. Questo, ovviamente, non vuol dire vivere da parassiti o non prendersi responsabilità verso le persone che il Signore ci ha affidato. Ma la tentazione odierna non mi sembra quella di una fiducia eccessiva nell’amore di  Dio.

don Roberto