21 febbraio 2022
Ogni tanto mi chiedo quale sia il messaggio che trasmettiamo quando parliamo di cristianesimo. E mi vien da dire che il messaggio è abbastanza fuorviante. Sostanzialmente molto (troppo?) spesso il cristianesimo è legato al sacrificio. Il Paradiso è una realtà difficile da conquistare, bisogna sudare sette camicie per arrivarci ed è destinato solo a chi ha saputo fare enormi sacrifici in questa vita. Il concetto stesso di “amore” viene associato alla fatica e al peso.
La bellezza e la gioia di amare? Risiedono nel sacrificio che si fa per l’altro. Se non costa fatica, l’amore non è vero amore: questo è il messaggio che corriamo il rischio di trasmettere. Di conseguenza, se uno gioisce spesso dovrebbe farsi un esame di coscienza sul suo essere veramente cristiano. Pensiamo alle vite dei santi così come ci sono state trasmesse dall’agiografia: una serie infinita di fatiche, di lotte, di sofferenze (qualche volta anche cercate, con penitenze disumane). Come se l’amore per Dio non fosse autentico se vissuto con un buon pasto o con un riposino. E, peggio ancora, come se l’Amore di Dio si manifestasse solo attraverso l’elargizione di tribolazioni e disgrazie e richiedesse solo l’offerta di sorrisi rigorosamente in mezzo alle sofferenze.
Certo, la vita è fatta anche di dolore e un aspetto fondamentale della fede cristiana autentica è quello di mantenere la serenità interiore anche in mezzo a circostanze avverse. Ma non possiamo fermarci solo alla sofferenza, alla penitenza, ai sacrifici. Forse è vera gioia cristiana anche quella che viene da un certo benessere materiale e psicologico, dall’assenza di grandi problemi, da una situazione economica che permetta di fare del bene a se stessi e agli altri.
Forse è vera gioia cristiana fare un buon pranzo o una buona cena in compagnia di amici o trascorrere una bella vacanza in un posto distensivo o prendersi il tempo necessario per fare una bella partita a calcio con i colleghi o bere una buona tisana con le amiche o, ancora, dedicarsi alla lettura di un libro o alla visione di un film… Le cose belle della vita sono doni di Dio per noi, per il nostro benessere e per quello di chi entra in contatto con noi.
Non dimentichiamoci mai che siamo discepoli di un Risorto e che Gesù ci ha dato il Vangelo perchè la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena.
don Roberto