16 maggio 2022
Spesso invocato come la soluzione a tutti i problemi della Chiesa e come imprescindibile elemento della sua essenza (e sopravvivenza), il sinodo può rivelarsi anche uno strumento ambiguo, che suscita questioni complesse anzichè offrire soluzioni.
E’ il caso, per esempio, del sinodo della Chiesa tedesca. Per la verità, si tratta di un “percorso sinodale”, con diverse tappe, che dovranno avere l’approvazione finale del Papa. Ma già allo stato attuale delle cose, la situazione si presenta non facile. Infatti nell’assemblea plenaria di Francoforte, composta da vescovi e laici, sono state approvate diverse proposizioni che lasciano un pochino perplessi e susciteranno aspri confronti e accese discussioni.
Faccio alcuni esempi: la prospettiva di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne (174 sì, 30 no e 6 astenuti), l’allentamento del celibato obbligatorio per i preti ( 159 sì, 26 no e 7 astenuti), l’introduzione del diaconato per le donne (163 sì,42 no e 6 astenuti), la partecipazione dei laici alla scelta dei nuovi vescovi (177 sì, 24 no e 6 astenuti), la benedizione delle coppie omosessuali ( 161 sì,34 no e 11 astenuti).
In autunno si svolgerà un’altra assemblea con un’ulteriore delibera. Grandi problemi si verrebbero a creare se queste proposizioni arrivassero, così come sono, al Papa, che avrebbe l’onere di approvarle o di bocciarle, suscitando, in entrambi i casi, reazioni anche estreme. Infatti si potrebbe apertamente concretizzare quello che molti studiosi definiscono “scisma latente” che, di fatto, serpeggia da alcuni decenni, mantenendosi sul piano morale (in particolare della morale sessuale) e che adesso potrebbe sfociare in una vera e propria divisione sul piano dottrinale.
E una questione particolarmente spinosa sarebbe quella dell’interpretazione della Sacra Scrittura: Parola di Dio inamovibile o parola di uomini soggetti ai condizionamenti sociali e culturali del proprio tempo? E anche ammettendo una posizione intermedia tra queste due, come si fa giudicare ciò che è espressione di una determinata epoca e non più valido per altre epoche? Non si rischia di operare selezioni che, a loro volta, sono semplicemente frutto di passeggere mode culturali? Problemi vecchi di secoli, che trovarono già in san Roberto Bellarmino un protagonista particolarmente acuto e lungimirante, all’epoca di Galileo Galilei.
Chissà come andrà a finire… Di certo l’ascolto di tutti i membri del Popolo di Dio è fondamentale, ma la Chiesa non potrà mai identificarsi con la democrazia, anche solo per il fatto che l’opinione della maggioranza non è sempre quella giusta. Lo diceva anche Anatole France: “Se cinquanta milioni di persone dicono un’idiozia, questa rimane un’idiozia”.
Il sinodo è dunque un’arma a doppio taglio, dagli effetti imprevedibili. O lo si addomestica, facendogli trattare temi insignificanti e ritriti, o lo si affronta, disposti anche a sopprimerlo quando dovesse diventare troppo pericoloso.
don Roberto