IV Domenica di Avvento

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,39-45.
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

 

“Beata te che hai creduto all’adempimento della Parola del Signore”
Quante volte avrà dovuto Maria ripensare a queste parole per trovare un senso.
Dopo un annuncio pieno di gioia “sarai madre dell’Altissimo” cosa si è trovata ad affrontare la Madre di
Dio!

Nessun sconto, nessun privilegio: anzi impedimenti e sofferenze.
Si è trovata davanti Giuseppe che certo non poteva capire tutto, hanno dovuto scappare come profughi, ha
partorito in una stalla, vita normale per 30 anni senza che accadesse nulla di particolare e poi la croce e la
morte.
Beata te che hai creduto all’adempimento della parola del Signore.
Da quante prospettive avrà dovuto guardare gli avvenimenti e la sua vita per consolarsi con la beatitudine
di questa frase.

Quante volte avrà dovuto pensare quale fosse il Dio che l’aveva resa Madre.
Il Dio di Israele era glorioso, forte, potente, difensore, uccideva i nemici.
Invece Il Dio di Gesù opera nella storia attraverso nostre intuizioni, nostre azioni, nostri assensi.
Tutti abbiamo la percezione di un qualcosa in più rispetto alla realtà che vediamo e viviamo.
Lo chiamiamo in modi diversi: energia, essenza, essere, cosmo, mantra, karma…… ma è quell’immagine di
Dio che abbiamo in noi che ci fa cogliere un di più non gestibile da noi ma a nostro favore, anche se
comprendesse la sofferenza e la morte.

Poteva essere lapidata per avere in grembo un figlio da un padre che non era Giuseppe: ma Dio in sogno
convince Giuseppe a tenerla con sé.
Erode vuole uccidere il suo futuro antagonista e stermina tutti i bambini sotto i due anni. Giuseppe di
nuovo aderisce al suggerimento del sogno di scappare.
Non c’era posto per loro nell’albergo: non hanno fatto il diavolo a quattro perché genitori di Dio, hanno
accettato la stalla.

Quante volte tutti e due avranno dovuto ripassare le promesse ricevute… quante volte tutti noi dobbiamo
ripassare le promesse d’amore fatte a una persona, a Dio….e pure quelle ricevute da una persona, da Dio
abbiamo dovuto ricordare per trovare senso.

 

Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate