Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 28,16-20.
In quel tempo, gli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,
insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Oggi la liturgia non fa il memoriale di un evento storico come nelle altre solennità, ma ci porta a contemplare il
mistero cristiano per eccellenza, la verità fondamentale della nostra fede: il mistero di Dio nella sua vita e nel
suo comunicarsi a tutti noi attraverso la storia della salvezza e la storia della nostra quotidianità.
Tutte le religioni del mondo parlano di Dio, ma in che cosa e perchè la nostra fede si differenzia da quella degli
ebrei e dei mussulmani? Anch’essi credono in Dio creatore e Signore del cielo e della terra, salvatore
dell’uomo.
Mai nessun popolo della terra ha avuto l’esperienza di Dio come Israele: essere scelti da Dio come suo popolo
e sentire la sua voce rimanendo in vita. Israele ha potuto capire che Dio è vicino al suo popolo, è il Padre che
dona la vita.
Nell’Antico Testamento Dio, il quale aveva stretto con il popolo eletto una alleanza basata su un rapporto di
amore, è unico e solitario. L’amore sempre fedele da parte di Dio, non ha però sempre ricevuto una risposta
fedele da parte dell’uomo.
Con l’Incarnazione Dio si è rivelato in modo definitivo come l’unico e vero Dio, il vivente in tre persone: Padre,
Figlio e Spirito Santo.
Dio è “il principio e il fondamento” dell’uomo e alla sua creazione, santificazione e salvezza concorrono tutte e
tre le Persone divine come tre infaticabili “architetti”. Dio ha a cuore che la “casa” dell’uomo sia fondata
saldamente sulla roccia.
Ogni cristiano in forza del Battesimo ricevuto nel nome della Trinità è stato immerso nella vita Trinitaria ed è
diventato dimora di Dio, pietra viva del tempio di Dio e tempio santo nel Signore. Dentro ogni battezzato c’è
una novità di vita, la pienezza dello Spirito, la presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito, c’è una capacità di
intendere le cose di Dio, c’è una nuova umanità.
Noi però dobbiamo riscoprire in Dio il nostro principio e la nostra fine, il fondamento del nostro essere e la
nostra beatitudine. Per non morire in noi stesso, nell’ateismo, ma vivere, dobbiamo incontrare Dio, dobbiamo
lasciarci accarezzare dalle “sue mani” di Padre misericordioso. Sant’ Ireneo dice che le mani di Dio sono il Figlio
e lo Spirito Santo.
“La nostra fede è questa: la Trinità santa e perfetta è quella che è distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito
Santo e non ha nulla d’estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita dal Creatore e di realtà create,
ma è tutta potenza creatrice e forza operativa, una è la sua natura identica a se stessa; uno è il principio attivo
e una l’operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e in questo modo,
è mantenuta intatta l’unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunciato un solo Dio che è al di
sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed è in tutte le cose. È al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre,
come principio e origine. Agisce per tutto per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito
Santo.” (sant’Atansio lettera 1 a Serapione)
Dio si è rivelato, ha fatto conoscere se stesso nella sua unicità di Dio e nella Trinità delle persone. A noi egli
chiede solo una risposta d’amore con tutto noi stessi, affinché possiamo vivere, crescere nella nostra vera
dignità di uomini infinitamente amati. Possiamo rispondere perché il Cristo Risorto ci assicura: “Ecco io sono
con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Questo è il grande messaggio di fede e di speranza che s’irradia
dalla festa di oggi della Trinità.
Monache Benedettine Monastero SS. Salvatore Grandate