20 gennaio 2025
Si sente spesso dire, con molto rammarico, che molte chiese si sono ridotte ad essere considerate musei, dove si paga per entrare e la cui funzione è ormai solo quella di scrigni di opere d’arte. Può essere in parte vero, ma proviamo a metterci nei panni di un turista che entra in una chiesa, magari con un gruppo, perché partecipa a un viaggio organizzato.
E supponiamo che questo turista, e, come lui, tanti altri nel suo gruppo, sia andato a catechismo fino alla cresima e poi abbia lasciato perdere l’istruzione religiosa, non frequenti più la Messa e viva in modo totalmente “laico” oppure che venga da un Paese ormai scristianizzato (la Francia, per esempio) o appartenente ad una cultura totalmente diversa ( la Cina, il Giappone…): per un turista così, visitare una chiesa può essere davvero un momento importante, nel quale riscoprire o scoprire concetti fondamentali del Cristianesimo, magari davanti ad un quadro che rappresenta la Natività o la Risurrezione di Gesù. Se vi fosse la presenza di una guida cristiana (ne ho incontrata una a Siena, anni fa, e si coglieva davvero, nella sue spiegazioni, una fede profonda, una conoscenza “partecipata” della vita di Gesù e dei santi) la visita alla chiesa potrebbe trasformarsi addirittura in un’esperienza spirituale. E, comunque, costituirebbe un momento di conoscenza delle verità di fede.
Perché, allora, non affidare a guide cristianamente qualificate le spiegazioni all’interno di una chiesa? Quando si va in Terra Santa e si vuole visitare Masada, luogo simbolo della storia di Israele e della resistenza del popolo ebraico, il gruppo viene condotto necessariamente da una guida ebrea.
Non si potrebbe fare altrettanto anche in Italia? Così le chiese e le opere d’arte in esse contenute manterrebbe lo scopo per cui sono nate e cioè insegnare la Bibbia e la dottrina cattolica, offrendo esempi concreti di santità. Non solo cose belle, ma anche utili. Se adeguatamente spiegate agli analfabeti religiosi odierni.
don Roberto