Matrimonio

12 maggio 2025

Non ci si sposa quasi più. E non solo in chiesa. Anche il matrimonio civile è in forte crisi. Ormai la maggioranza delle coppie decide di convivere, senza legami ufficiali  sanciti da una istituzione, sia essa la Chiesa o lo Stato. Ci si ama, senza bisogno d’altro, di firme, di cerimonie, di discorsi.

Quali sono le cause di questo fenomeno? Certamente l’allergia a far parte di organizzazioni strutturate. Lo si rileva in campo religioso: molti dicono di credere, ma non vogliono far parte di una comunità ecclesiale, cattolica e non. Battitori liberi,si potrebbe dire, senza vincoli e senza dogmi, con una religione “fai da te”, che salva la presenza consolatoria di Dio, rendendola il meno esigente possibile.

In una situazione del genere, che si riflette su ogni tipo di associazione, partiti politici compresi, è evidente che un impegno “eterno”, che preveda un amore fedele e indissolubile, è difficile non solo da realizzare, ma anche da pensare. D’altronde, anche in ambito strettamente cattolico, non si trovano molto spesso esempi virtuosi di amore che duri tutta la vita. Basta vedere come molti politici, aderenti da decenni all’area “cristiana” (anzi, alcuni professandosene leader) si siano imbarcati in molteplici relazioni affettive, praticando quella che viene definita “poligamia verticale”, cioè la presenza di più partner, ma non in contemporanea, come invece accade nella “poligamia orizzontale” praticata nell’Islam.

Segno dei tempi, la convivenza? Segno di emancipazione dalle regole? Segno di progresso nel concepire un amore che non ha bisogno di leggi religiose o civili per esistere ed essere meraviglioso? Segno di regressione, invece. Questa situazione, infatti, ripropone pari pari quello che succedeva fino alla seconda metà del 1500 alle classi non elevate della società, nelle quali il matrimonio non esisteva. Fino all’attuazione dei decreti del Concilio di Trento, infatti, si sposavano ufficialmente, davanti a un ministro di Dio, solo i nobili, con il dichiarato motivo di avere una discendenza legittima, partorita dalla moglie “ufficiale” ,fermo restando l’uso di amanti e concubine che, però, avrebbero messo al mondo figli illegittimi e, quindi, impossibilitati a entrare nell’asse ereditario.

Eccoci allora tornati, alla faccia di tutti i progressi, a cinquecento anni fa. Ha proprio ragione il Qoelet: “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole”.

don Roberto