Si conclude in questi giorni l’esperienza del Progetto Betlemme presso la nostra parrocchia. Anche quest’anno, l’esperienza si è rivelata positiva, anzi, per molti aspetti sorprendente.
Da dicembre, l’appartamento sopra l’oratorio – ribattezzato Casa Betlemme – ha accolto due persone senza dimora: Imants, originario della Lettonia, e Samuel, proveniente dal Gambia. Entrambi da tempo in Italia, ma senza un’abitazione stabile.
L’obiettivo del progetto, promosso dalla Caritas diocesana, era offrire un rifugio sicuro e dignitoso durante i mesi più freddi.
Grazie alla partecipazione attiva di circa quaranta volontari e all’impegno concreto degli stessi ospiti, si è potuto costruire molto più di una semplice ospitalità. Per Samuel, questi mesi hanno rappresentato un trampolino importante: ha infatti trovato un impiego part-time presso una cooperativa legata a un noto centro commerciale della zona.
Ma la novità più significativa arriva alla fine del percorso: grazie al coinvolgimento di alcuni volontari e al supporto del Progetto Betlemme, è stato individuato un appartamento a Camerlata dove Imants e Samuel potranno iniziare un nuovo cammino verso l’autonomia. Con loro ci sarà anche Anthony, già ospite del Progetto nella comunità pastorale di Monte Olimpino e Sagnino.
Come parrocchia, abbiamo scelto di accompagnare questo passaggio non solo con un piccolo contributo economico, ma soprattutto con la nostra vicinanza umana e l’amicizia. Perché siamo convinti che proprio questo sia il lascito più importante del Progetto Betlemme: aver creato relazioni, fiducia e senso di comunità.
Un grazie sincero a tutti i volontari e a chi ha creduto in questo percorso. Insieme, abbiamo dimostrato che l’accoglienza può essere davvero generativa.