XXVII Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 17,5-10.
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore:
«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe».
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

 

Per il Vangelo di oggi prendiamo spunto dal commento di Silvano Fausti:
“Una comunità legge il Vangelo di Luca”.
“I discepoli chiedono più fede non come quantità, ma una fede che li sostenga di fronte a scandalo,
perdono e difficoltà di sequela. È una domanda che nasce dalla loro e nostra fragilità: da soli non si può.”
Con tutte le nostre conoscenze, capacità, filosofie di vita, psicologia, sociologia e chi più ne ha più ne metta,
arriviamo tutti a uno stop. Questo stop ci impone di affidarci all’invisibile o purtroppo a volte a disperarci.
Insistiamo quasi all’infinito per trovare noi la soluzione, perché affidarci è troppo irrazionale.
A volte però dobbiamo arrenderci contro la nostra volontà… e magari troviamo pace.

“L’immagine del servo che lavora senza aspettarsi gratitudine richiama l’ultimo gesto di Gesù nell’Ultima
Cena, dove Lui si fa servo degli altri. Il servizio cristiano è gratuito: non è un dovere che mira a una
ricompensa, ma un’espressione dell’amore e obbedienza verso Dio. L’amore non è qualcosa che si paga con
il lavoro o le prestazioni: è l’essere l’uno dell’altro. L’essere “servo inutile”, la traduzione italiana può
suonare dura, ma non significa che il servo sia senza valore, bensì che non pretende meriti, ha fatto solo ciò
che era dovuto. E’ un richiamo all’umiltà.

Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate