1,6 euro

14 luglio 2025

Papa Leone XIII scriveva, nella Rerum Novarum, che “principalissimo tra i doveri dei datori di lavoro è dare agli operai la giusta mercede. Defraudare gli operai della dovuta mercede è colpa così enorme che grida vendetta al cospetto di Dio”.

Di sicuro non hanno mai letto questa enciclica i titolari dei supermercati di Biancavilla, Adrano e Misterbianco, in provincia di Catania. I finanzieri del Comando provinciale,  coordinati dalla Procura di Catania, hanno infatti scoperto che 37 lavoratori venivano impiegati anche per 65 ore settimanali, con una paga oraria di 1,6 euro. Si legge nel rapporto della Guardia di finanza che “i lavoratori sfruttati, in ragione dello stato di bisogno in cui versavano in virtù della situazione di grave difficoltà economica tale da limitarne la libertà di autodeterminazione, non avendo nessuna altra valida alternativa, accettavano di fatto di essere sottopagati per paura di perdere anche quell’ entrata per loro indispensabile”.

Che dire? Quando si sentono tante parole sulle condizioni dei lavoratori, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, quando si sentono tanti politici opporsi a una definizione per legge del salario minimo, quando si assiste al silenzio dei sindacati su tante questioni che fanno del lavoro la Cenerentola tra gli impegni ideali dei partiti, allora viene spontaneo pensare che della sorte di milioni di persone non importi davvero a nessuno.

Scoprire che lo sfruttamento schiavistico non c’è solo nei Paesi poveri, ma anche in quella che dovrebbe essere la civilissima Italia dovrebbe farci pensare che il profitto individuale non può essere elevato a filosofia di vita, che il guadagno non può diventare l’unico metro per misurare l’agire umano. E ognuno di noi è coinvolto in tutto questo.

Noi discepoli di Gesù, poi, abbiamo anche il Vangelo, nel quale la solidarietà e la condivisione, l’aiuto reciproco e l’attenzione all’altro sono caratteristiche fondamentali per chi vuole dirsi cristiano.

don Roberto