13 ottobre 2025
Filippo è chiamato direttamente da Gesù a seguirlo. Senza indugio segue il Maestro e si fa immediatamente tramite per condurre altri a Gesù. Incontra infatti Natanaele e lo invita con la formula tipica di chi fa un’esperienza di comunione profonda con il Cristo: “Vieni e vedi “. Gesù non è un insieme di teorie, un problema intellettuale, un filosofia di vita. Gesù è una persona con la quale bisogna costruire un rapporto, un cuore a cuore che fa fremere l’anima e la fa innamorare.
Il discepolo non può limitarsi a imparare a memoria il catechismo. Sapere tante cose della fede non è ancora conoscere Gesù. Fare esperienza di Gesù significa crescere continuamente nella fede, nella conoscenza, nella frequentazione del Signore. Capita anche a Filippo di constatare come debba ancora camminare dietro a Gesù. A un certo punto, siamo alle battute finali della vita di Gesù, durante l’ultima Cena, Filippo chiede a Gesù: “Mostraci il Padre e ci basta “. Non ha ancora capito che chi ha visto Gesù ha visto il Padre, che il Figlio è venuto nel mondo per rivelarci, attraverso se stesso, il vero volto del Padre.
Non è sempre facile accogliere Gesù per quello che è, non è sempre facile accogliere Dio come ce lo mostra Gesù. Rimane l’invito pressante di san Paolo: il discepolo deve avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Non è, quindi, un’imitazione esteriore a cui siamo chiamati, ma una identificazione totale con il Figlio, un provare i Suoi medesimi sentimenti nei confronti di Dio, degli altri, di noi stessi.
don Roberto
