1° settembre 2025
Il traditore per antonomasia, Giuda è il discepolo più inquietante. Facile metterlo alla berlina: un ladro, un bugiardo. L’economo del gruppo apostolico, colui che teneva la cassa, colui che si occupava delle elemosine, colui che alza la voce per definire uno spreco di soldi l’aver usato per ungere Gesù un profumo prezioso, di puro nardo. Giuda è diventato l’esempio della malvagità, dell’ingratitudine.
Aveva qualcosa di buono, Giuda? Perché Gesù lo ha scelto come Apostolo? È troppo dire che Giuda voleva bene a Gesù, che aveva una grande ammirazione per Lui? Certo vedeva un Gesù molto ristretto, un Gesù capo politico, un profeta che metteva al centro della sua predicazione i poveri, che si faceva vicino ai peccatori. Giuda deluso, alla fine, da un Gesù che non sbaraglia il nemico, che non caccia via i Romani, che parla di perdono e di amore, anche verso gli avversari e i persecutori. Giuda: un deluso arrabbiato, un amore che diventa rancore. Oppure Giuda il disonesto, colui che è attaccato ai soldi, che vende il Maestro per pochi spiccioli. Giuda, l’agente dei poteri forti, la pedina dei sommi sacerdoti, colui che vede in Gesù un pericoloso rivoluzionario, che va fermato ad ogni costo.
Anche a costo di un bacio ipocrita, che diventerà proverbiale nei secoli per definire l’amico che tradisce. Gesù ama Giuda. E cerca in tutti i modi di salvarlo: con le minacce, con il farlo sentire il più importante, porgendogli personalmente il boccone nell’Ultima Cena, chiamandolo ancora “amico” nell’Orto degli ulivi. Giuda non conosce Gesù. Come tanti di noi, vive con Gesù, ma non riesce a capirlo. E infatti si uccide perché non può concepire il perdono da parte di Gesù.
Assomigliamo anche a Giuda,noi discepoli di oggi. Qualche volta abbiamo in mente un Gesù tutto nostro, costruito a tavolino, senza mai aver letto il Vangelo. Giuda,nostro fratello. Un fratello che ama, che soffre, che si rende conto troppo tardi di quali conseguenze terribili ha avuto il suo gesto. Giuda si è pentito e non ha retto al rimorso. Quanti,oggi, nella Chiesa e fuori dalla Chiesa, avrebbero bisogno di un buon pentimento. Non per uccidersi, ma per cambiare vita.
don Roberto