Giudicare

28 ottobre 2024

“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio “, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello “. ( Matteo 7,3-5)

Dobbiamo ammetterlo: ci viene naturale giudicare. E, per certi aspetti, giudicare è, in qualche caso, necessario. Anche solo per capire se sto frequentando brave persone o delinquenti. Potremmo allora usare una parola che oggi va tanto di moda: “discernimento” anziché “giudizio”. Ma, in ogni caso,  rischia di permanere una caratteristica che è spesso riscontrabile nel nostro approccio con le persone e anche con le situazioni: vediamo sempre il negativo.

Non solo quello, per carità. Però i difetti sono i primi a colpirci, ciò che manca di positivo viene sempre subito a galla al nostro sguardo un po’ distorto. E, purtroppo, spesso ci fermiamo a quello e non riusciamo ad andare più in profondità, ad analizzare più obiettivamente la persona o la situazione e ci ritroviamo a chiudere tutto e tutti in una gabbia nera, che non ha spiragli di luce.

Certo, può capitare anche il contrario e cioè di vedere esclusivamente il positivo prendendo poi delle cantonate madornali e finire per essere imbrogliati e turlupinati. Ma questo secondo atteggiamento è più raro. Comunque, la cosa importante da tener presente è che ogni realtà ha mille sfaccettature, e prenderle in considerazione tutte sarebbe una buona cosa. “Prima di conoscere una persona devi averci mangiato un quintale di sale insieme “, dicevano i nostri vecchi. E avevano ragione.

Anche perché ci vuole comunque molto tempo per liberare i nostri occhi dalle travi e dalle fette di prosciutto.

don Roberto