17 marzo 2025
A che cosa servono i muri? A fermare amici e nemici, a impedire l’accesso, a fissare confini, a delimitare proprietà, a custodire l’intimità, a impedire l’uscita. Che cosa ci dice la storia riguardo a questi scopi? Ci dice che i muri non hanno mai fermato, se non per breve tempo, i nemici e fissato i confini (vallo di Adriano, Grande muraglia cinese, ecc.), che nemmeno servono a custodire la proprietà ( le case svaligiate ovunque insegnano), che spesso non salvaguardano nemmeno l’intimità (basta abitare in un condominio per rendersene conto).
Nonostante tutto questo, gli uomini continuano a costruire muri. Lo sappiamo: il muro di mattoni o di pietre o di filo spinato è l’emanazione diretta, la concretizzazione materiale, dei muri esistenti nel cuore di ognuno di noi. Muri che ci fanno chiudere fuori qualcuno, che ci impediscono di accogliere e di farci prossimo. Muri che nascono dalle nostre paure, dal vedere nell’altro un nemico, un rivale. È paradossale come una realtà così inutile e anacronistica come il muro vada tanto di moda. D’altronde, a partire dalle caverne e dalle tende dei nomadi, i muri (di roccia o di tela) fanno parte davvero delle caratteristiche umane.
Sarà il caso di esserne consapevoli, per non credersi superiori agli altri e cadere nell’intolleranza tipica dei tolleranti che vanno d’accordo con tutti, purché tutti la pensino come loro. E, dopo la consapevolezza, deve arrivare l’impegno a demolire i nostri muri interiori, ancora più pericolosi di quello esterni.
don Roberto