Padri

10 marzo 2025

“Ci sono strani padri, tutta la cui vita sembra consacrata a preparare ai figli ragioni di consolarsi della loro morte”. (Jean de La Bruyere)

Difficile essere genitori. E, tra le due figure genitoriali, oggi è particolarmente difficile essere padre. Innanzitutto: “padre” o “papà”? Far prevalere la dimensione affettiva o quella istituzionale? Rischiare di diventare l’amicone con cui si dicono parolacce e si fuma qualche canna o rischiare di diventare il dittatore con il quale non si parla mai perché se ne ha paura? Essere esempio (si fa per dire) di “machismo” o di “menefreghismo”?

Non è sempre facile trovare la quadra tra svariate esigenze dei figli e situazioni imposte dalla società. Spesso si rischia di abdicare al ruolo paterno, fatto anche di fermezza, per assecondare sempre e comunque i figli in nome di un “quieto vivere ” che sembra imporsi per il tanto stress accumulato. Soprattutto quando i figli entrano nell’adolescenza (che,oggi, sembrerebbe durare fino a 32 anni per i maschi e fino a 25 per le femmine) la ricerca di un minimo di tranquillità da parte dei genitori può diventare il grimaldello con cui si scassina l’autentico rapporto educativo, fatto di sì e di no, di trattative a volte estenuanti, di fermezza e di elasticità.

Oggi essere padre vuol dire giocarsela. Cioè non essere automaticamente protetti da un ruolo riconosciuto e ,magari a denti stretti, comunque rispettato. Oggi il rispetto va guadagnato e non imposto. Oggi bisogna essere autorevoli più che autoritari. Compito tremendamente difficile, oggi, quello del padre/papà. È indispensabile l’aiuto dall’Alto.

don Roberto