Pietro

8 settembre 2025

“Simone di Giovanni, mi ami?” “Signore tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”: l’ultimo dialogo tra Gesù e Pietro avviene dopo la risurrezione sulle rive del lago di Tiberiade, là dove tutto era cominciato, tre anni prima. Un dialogo in cui l’amore, nei suoi diversi gradi, la fa da padrone. Perché tutto si potrà dire di Pietro, ma non che non abbia amato Gesù. Un amore istintivo e irrazionale,  un amore che tende a trattare l’altro come un bambino da aiutare, ma pur sempre amore. Un amore ubbidiente, quello di Pietro. Un amore spesso sulle ali dell’entusiasmo, che si schianta a terra davanti alle difficoltà reali. Quando Gesù non è più il maestro ascoltato dalle folle, quando non ci sono più i miracoli che guariscono dalle malattie e sfamano migliaia di persone, quando tutto questo ha lasciato il posto a un uomo tradito, legato come un malfattore, percosso, deriso, umiliato, allora l’istinto di sopravvivenza e la paura prevalgono nel cuore di Pietro. E fugge. E rinnega. Lui che aveva tentato l’estrema e violenta difesa del Maestro.

Pietro ci insegna che è relativamente facile stare con Gesù quando tutto va bene, quando ci sono gli elogi e gli osanna. Pet ognuno di noi è facile. Ma non è sempre così. È più difficile stare con Gesù quando nella nostra vita si fa presente il Calvario, quando la sofferenza di Gesù diventa la nostra, quando anche noi siamo abbandonati e traditi dagli amici, quando nella nostra carne si fanno largo, dilaniandola, le spine e i chiodi. Pietro è debole. Crede di essere forte, di essere il più bravo. Si illude di poter essere il più fedele di tutti. E finirà per negare di averlo persino conosciuto quel Gesù per il quale si era detto disposto a dare la vita. Alla fine la darà, la vita. Perché Pietro, al di là delle umane debolezze, è un generoso, che ama con tutto se stesso, che fa tesoro delle lezioni ricevuto. È un uomo capace di piangere lacrime amare davanti al dolore per avere rinnegato, ma anche di cogliere il perdono e la fiducia immutata nello sguardo che Gesù gli rivolge dopo il suo arresto, nel cortile del sommo sacerdote. Chissà se anche noi sappiamo piangere tutte le volte che, con i nostri peccati, rinneghiamo Gesù…

don Roberto