26 settembre 2022
Una delle caratteristiche più pericolose del mondo in cui oggi viviamo è sicuramente quella di mostrare solo le cose negative. L’informazione privilegia le notizie che generano ansia, inquietudine, paura, delusione, rabbia. E’ veramente difficile sentire “buone notizie”. E questo genera un diffuso pessimismo.
Si individua subito, dietro tutto ciò, un progetto diabolico. Il diavolo, infatti, vuole portarci alla disperazione, cioè alla mancanza di speranza. Vuole farci credere che il mondo è il suo regno, il luogo dove lui domina sovrano, dove le parole d’ordine son odio, rancore, tristezza. Se cadiamo nella trappola cominciamo ad allontanarci da Gesù Risorto. Diventiamo sempre più arrabbiati, non vediamo più il bene, perdiamo la speranza. Alle fine non crediamo più in Dio, non crediamo più nella Sua capacità di guidare la storia umana, disseminandola di bene.
Eppure basterebbe leggere il Vangelo, per ritornare in sè stessi e recuperare un giusta visione del mondo. La genealogia di Gesù riportata nel vangelo di Matteo ( Mt 1,1-18) è un susseguirsi di personaggi spesso imbarazzanti, a volte decisamente malvagi. Eppure è proprio da questa storia, fatta anche di pochezza e di peccato, che esce Gesù.
Come fa un cristiano, allora, a non aver fiducia in Dio? A non credere nella possibilità di un mondo migliore? a farsi prendere dal pessimismo che colora tutto di grigio? La nostra speranza è fondata sulle opere passate di Dio, che continuano nel presente e riempiranno anche il futuro.
Nonostante le storture dell’uomo, le sue debolezze e le sue fragilità, nonostante il suo delirio di onnipotenza e il suo ritenersi padrone assoluto dell’universo intero, Dio continua la Sua opera, che è opera d’amore. Vederla e gustarla nella nostra vita e aiutare gli altri a fare altrettanto è il compito che abbiamo noi, discepoli del Risorto.
Siamo chiamati a far fiorire il sorriso della speranza sul volto rabbuiato di tanti.
don Roberto