22 luglio 2019
C’è una polemica che danni si trascina e che non ha ancora trovato soluzione: la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche realizzate durante le indagini ordinate dalla magistratura.
Qualcuno vuole che sia eliminata la possibilità stessa pubblicazione, altri vorrebbero imitarli a fatti penalmente rilevanti, altri ancora non verrebbero limiti. Di questa giungla ha fatto recentemente le spese, da innocente, il vescovo di Carpi, mons. Cavina, che si è dimesso dopo che alcuni giornali, con un accanimento degno di miglior causa, hanno pubblicato intercettazioni assolutamente irrilevanti penalmente, alimentando ignobili pettegolezzi sul vescovo stesso e sul clero.
Verrebbe da dire che ci si è trovati di fronte a giornalisti poco seri. Ma il problema più grave è a monte: chi ha fornito quel materiale ai giornalisti? Posto che i giornalisti non si siano introdotti nottetempo nel Palazzo di giustizia per sottrarre bobine e trascrizioni, bisogna ipotizzare che all’interno del palazzo di giustizia stesso ci sia qualcuno che “passa” il materiale, spesso vincolato da segreto.
Non mi risulta che siano mai state fatte indagini serie su questo aspetto, che meriterebbe invece grande attenzione. Ha ancora un senso il rispetto della persona e della riservatezza della sua sfera privata, non coinvolta in nulla di penale? Credo proprio di sì, soprattutto vista la tendenza di quella che viene chiamata “opinione pubblica” a formulare giudizi drastici e senza appello.
Creare mostri dal nulla è impresa abbastanza facile al giorno d’oggi. Per questo i “trafficanti” di documenti dovrebbero essere individuati e perseguiti seriamente, soprattutto se le delazioni fossero dovute anche alla possibilità di arrotondare lo stipendio. Finire nel tritacarne mediatico non deve essere bello. Quando poi non si è fatto nulla di male diventa un’esperienza tragica.
Pensiamoci anche noi, nel nostro piccolo. Come ci ricorda spesso il Papa, il pettegolezzo fa tanto male alle persone che ne sono oggetto. Ma fa tanto male anche a chi lo fa: non si presenterà benissimo al cospetto di Dio nel giorno del giudizio. Le talpe stanno sotto terra e possono apparire come animaletti simpatici, ma sono in grado di rovinare orti e campi, facendo morire tutte le verdure.
don Roberto