17 novembre 2025
Si può anche rispondere di no all’invito di Gesù. È quello che fa il cosiddetto ” giovane ricco”. Costui è un “notabile “, cioè una persona in vista, stimata. E dalle sue stesse parole si qualifica come un uomo di fede, desideroso di piacere a Dio e di condurre una vita santa. Gesù lo guarda nel profondo, vede le sue qualità interiori, capisce di aver di fronte una persona in gamba. E fa la Sua richiesta: il giovane deve vendere tutto quello che ha, dare il ricavato ai poveri e poi partire al Suo seguito. E qui il giovane si blocca. Non ha la forza e il coraggio di lasciare tutto. Se ne va con il volto triste. Non fare la volontà di Gesù, non adempiere alle Sue richieste comporta sempre insoddisfazione.
Non essere mai contenti fino in fondo, non assaporare mai pienamente la vita, questa è la sorte di chi rifiuta la proposta di Gesù. Certo, non è facile lasciare il vecchio per il nuovo. Il discepolo deve innanzitutto fidarsi del Maestro. Cambiare modo di ragionare, di agire, mettersi totalmente nelle di qualcuno non è immediato. Il discepolo è veramente libero perché è allenato a fare la volontà di Gesù. Quante volte facciamo fatica a staccarci dalle nostre cose, dalle persone, dalle abitudini, dal nostro modo di pensare e di vedere la vita?
Ogni volta che ci riusciamo abbiamo fatto un passo nella libertà autentica. Ogni volta che non ci riusciamo siamo rimasti prigionieri di qualcosa, di qualcuno, della parte peggiore di noi stessi. Il giovane ricco prova il peso della tristezza. È la tristezza dello schiavo, che ha la consapevolezza di essere tale e non trova la forza di ribellarsi.
don Roberto
